26° Giorno di quarantena
[Professore che entra in un’aula liceale dopo la fine della pandemia]
Prof: “Non immaginavo che l’avrei mai detto ma mi siete mancati. Come avete occupato il tempo durante questi mesi?”
G: “Io ho finito di vedere tutte le serie fantasy su Netflix”
F: “Io ho fatto un sacco di fitness e mi son fatto crescere i pettorali!” [Esclama tutto orgoglioso]
[…e così ad uno ad uno rispondono tutti i ragazzi della 4C, tutti tranne Amelia, che rimane con le braccia incrociate e la testa appoggiata sul banco…]
Prof: “E tu Amelia, tu non dici nulla?”
A: “Mah prof, principalmente ho cucinato verdure grigliate mentre cercavo un modo per combattere il patriarcato capitalista, ma non ci sono riuscita.”
Cala un silenzio gelato in aula.
Amelia
Ho passato la notte insonne.
Mi assalgono i pensieri.
Sono Panzer Divisionen, io sono l’esercito francese. Non c’è Dunkerque.
L.
Lo yoga mi ha insegnato che per trovare l’equilibrio bisogna guardare un punto fisso all’orizzonte.
Florinda
La parola d’ordine di oggi è: nostalgia.
Un anno fa ero a una festa in Brune a combinare uno dei miei soliti casini.
Oggi sono a casa e non smollo il divano.
Penso che anche domani avrò nostalgia di quella festa. D’ora in poi avrò nostalgia di tutte le feste del mondo.
Elettra
27° Giorno di quarantena
Ah, ecco spiegato il perché dello schifo psicosomatico dei giorni precedenti… Mi è venuto il ciclo! Doloroso. In ritardo. E pure offeso. (SÌ, riesco a percepire quando le mie ovaie sono offese, e no non richiedo applausi per questo)
Amelia
Voglio scrivere qualcosa di bello.
Vorrei accarezzare qualcuno.
Dovrei studiare ma non ce la faccio.
Il fantasma dell’inerzia mi perseguita.
L.
Sei comunque con me, banalmente mi abiti, molto più di quanto non lo faccia io.
Mi chiedo se stai comodo o se preferiresti un altro posto.
Se ti piace la vista o ti immaginavi altri scenari.
Lo so, è uno spazio un po’ caotico specialmente ai piani alti, nella testa.
Sto cercando di mettere ordine.
Immagino che a volte tu sia confuso da quello che trovi dentro e che spesso tu sia sballottato da una parte all’altra.
So che nell’autostrada della mia mente passano tir di pensieri e razionalità a 150 km/h che ti trascinano via, mentre le emozioni viaggiano su treni lenti, ma su questi ti ho comprato un biglietto di prima classe che porta dritto al cuore.
Lì dovrebbe essere comodo, non è troppo scheggiato, non dovrebbe pungere.
Pazienta, se puoi, fino a quando non avrò finito le pulizie di Pasqua.
Florinda
Gli alberi fuori la mia finestra
germogliano
mentre io
appassisco.
Fuori primavera,
dentro inverno.
A volte possono esserci 2 gradi anche con il termostato acceso.
Elettra
28° Giorno di quarantena
I calzini con le foglie di marijuana stampate sopra sono l’unica cosa che mi è rimasta da fumare. Pianifico l’incontro con il fornitore, è tutto programmato. Esco di casa, vado dritta, taglio la piazza, ancora dritta, svolto a sinistra, al terzo incrocio svolto a destra, ci sono quasi… Mi passa affianco una volante della guardia di finanza che sta palesemente mappando la zona. Pochi secondi dopo di fronte a me appare un tizio alquanto sospetto che cammina molto lentamente mentre sembra cercare qualcosa. Con sorniona nonchalance giro i tacchi e me ne torno a passo svelto verso dove son venuta. Questa sera ho incendiato i calzini con le foglie di marijuana stampate sopra.
Amelia
Ho riletto “Quaderni dal carcere” di Gramsci.
Dondolo.
L.
Bevo troppo caffè e fumo troppe sigarette.
Florinda
Oggi scopro una dote particolare: riesco a provare compassione anche per coloro che mi hanno fatto del male. Sorrido. Forse non tutte le speranze nell’umanità sono perdute.
Elettra
29° Giorno di quarantena
Dovevo comprare la mascherina. È quasi un mese che è iniziata la quarantena e ancora non ho una mascherina, perché quelle di tela non arrivano alle farmacie, nonostante abbiano effettuato l’ordine. Facile imporre mascherine obbligatorie e distribuirle sì e no a metà della popolazione. Non voglio essere alla stregua degli stronzi che comprano mascherine usa e getta. Perché sì è da stronzi, forse non è ancora abbastanza chiaro che questo virus è solo uno degli effetti dell’inquinamento. E noi per tutta risposta inquiniamo ancora di più? Allora questa estinzione è più che meritata. La invoco quasi. Su Terra, sterminaci tutti, e datti pure una mossa, così non devo pensare all’ansia di una tesi magistrale.
Amelia
Ogni mattina c’è un vecchietto che, senza mascherina, fa tre volte il giro della piazza per passeggiare.
Alla sua età lavorerò ancora, se va bene.
L.
La speranza vive nella curva del collo tra la testa e la spalla.
Si accuccia in quell’angolino e abilmente muove i fili dello sguardo: a volte in avanti, a volte indietro.
Florinda
Vorrei smettere di fumare ma i brutti pensieri mi assalgono, e finché lo fanno non potrò mai. Mi chiedono perché fumo, perché così tanto essendo così giovane. Rispondo che non lo so, mi piace, fa figo, anche se la verità è un’altra. Fumo perché quando lo faccio sono sola, e solo sola trovo la pace; i brutti pensieri si mettono in pausa e attraverso il fumo vivo. Che paradosso. D’altronde la vita è nata da un paradosso, quindi non dovrebbe far così strano.
Fumo e spengo il cervello.
Elettra
30° Giorno di quarantena
Tettonici movimenti di convulsione
corpi di pensieri aggrovigliati
malignità danzano sabba al vento
e orrore solo errore
intangibile e massiccio.
Amelia
La mia gioventù si spreca fra sigarette, messaggi visualizzati e senza risposta, incomprensioni ed esami universitari.
L.
Ho reiniziato Grey’s Anatomy dall’inizio…
Florinda
Oggi mi sento un piccolo sasso in mezzo all’oceano, circondato da tantissimi altri sassolini, da bellissime stelle marine e pietre; totalmente inutile. Solo. Sofferente.
Elettra
31° Giorno di quarantena
Il mio coinquilino ha deciso –ed è riuscito– a tornare a casa. Non so se la cosa mi rattristi o se al contrario mi faccia gioire, perché ora rimango proprio sola. Osservo attentamente la sala: una moltitudine di libri, un tappetino da Yoga appoggiato al muro, delle cere sparse sul pavimento, un quarzo appoggiato sul tavolino da caffè e una modesta campana tibetana al suo fianco, una pianta di beniamino vicino alla finestra, dei pennelli nuovi ancora incartati sul tavolo della cucina, il promemoria di un esame ai primi di maggio. No, forse non mi mancherà più di tanto.
Amelia
Sono un borghese, per quanto possa ancora voler dire qualcosa.
L.
Il primo giorno di quarantena mi si fulminò il portatile.
Scheda madre ti odio.
Da allora ho usato un computer fisso del 2011 e ho guardato film e serie tv sul cellulare che mi è caduto in fronte una decina di volte.
Oggi saluto con rabbia e tristezza le mie cuffie.
Addio brutte stronze, adesso passo alle AirPods così nessuna cuffia oserà più avvinghiarsi nelle mie tasche come due cani in calore.
Florinda
La quarantena non fa bene, fa male, i mostri si accaparrano il tuo cervello e ti soggiogano l’animo. Ho paura della morte, non l’ho mai sentita così vicina…
Elettra
32° Giorno di quarantena
Sono riuscita a comprare le mascherine di tela! Non mi sembra vero, quasi un sogno. Stavo per mettermi a piangere davanti alla farmacista, perché mi ha ricambiato con un sorriso a trentadue denti e perché soprattutto si ricordava di me, forse perché sono l’unica persona al di sotto dei settant’anni che frequenta la farmacia (non sono più in grado di relazionarmi con altre persone, è veramente strano, vabbè).
Amelia
La socialità è ferma. Non noto troppe differenze.
L.
La badante di mia nonna si chiama Maria.
Ha 43 anni, viene dalla Romania al confine con la Russia.
Quando andava al liceo il pomeriggio mungeva le mucche e la sera studiava “con le lampade” come dice lei.
Voleva diventare ingegnere agricolo ma poi il comunismo è caduto e lei era la settima bocca da sfamare in casa. Ha combattuto per sposare l’uomo che amava nonostante la disapprovazione della famiglia.
Ce l’ha fatta, adesso lavora da noi per pagare il matrimonio di suo figlio.
La sera quando chiama il marito le si illuminano gli occhi e dorme serena.
Florinda
Ungaretti scriveva ‘soltanto la poesia sola può recuperare l’uomo’. Non c’è niente di più vero. Solo la poesia potrà salvarci. Bellezza, romanticismo, poesia, amore… Queste sono le cose per cui viviamo.
Elettra
33° Giorno di quarantena
Pasqua alternativa e clandestina a casa di amici. Vino bianco e fumo e tante torte salate. Sono riuscita a fare una torta all’acqua al cacao che è venuta divinamente. È strano stare assieme ad altre quattro persone, veramente strano.
Amelia
Penso che la mia gatta capisca il momento: viene spesso a fare le fusa o a strusciarsi fra le mie gambe, come per darmi conforto.
L.
Buona Pasqua, qualunque cosa voglia dire.
Florinda
Scrivo una poesia e mi accorgo che fa schifo. E anche tutte le altre, in realtà. Diciamo che scrivo poesie per chi non se ne intende, poesie per cialtroni. Ottimo titolo.
Ma poi io non volevo nemmeno scrivere.
Volevo fare la parrucchiera, la cassiera, robe così… solo che poi sarebbe arrivato per forza un giorno in cui avrei dovuto esprimere tutto ciò che ho dentro. E allora avrei scritto.
Diciamo che non ho mai voluto farlo ma ne ho sempre sentito la necessità.
Ottimo compromesso.
Elettra
34° Giorno di quarantena
Ho ricominciato a guardare il detective Monk un po’ per noia, un po’ per disperazione, un po’ per sentirmi più normale.
Amelia
Ieri sera ho bevuto 6 lattine di birra.
Ho pisciato tutta la notte e ho dormito male.
L.
Fra due mesi è il mio compleanno.
Florinda
Per riallacciarmi a ieri: è terribile avere un mondo dentro di sé e non riuscire a esprimerlo.
Elettra
35° Giorno di quarantena
Penso di aver esaurito il quantitativo di lacrime che avevo disponibile per quest’anno solare.
Amelia
Ho sbocconcellato qua e là citazioni di Shakespeare. Potrei rivenderle o spacciarle come mie (in parte) per darmi il tono da intellettuale che piace tanto alle ragazze.
Funzionerà.
Certo.
L.
Non credo che impareremo molto da questa situazione, semplicemente diventeremo sempre più noi stessi.
Radicalmente più noi stessi.
Florinda
Aforisma del giorno: non esiste forza più struggente dell’insaziabilità, dell’incompletezza, dell’insoddisfazione. Non esiste dolore più grande della perdita. Non esiste solitudine più profonda di quella umana.
Elettra
36° Giorno di quarantena
Ho iniziato tre libri e non riesco a continuarli in contemporanea ma non riesco assolutamente a decidere quale proseguire. Sono come posseduta da un desiderio di inglobare e leggere e assimilare e inglobare e sapere, ho proprio fame, devo sapere come vanno a finire tutte queste storie: dove approderà la nave di Marcel adesso, dopo i porti di Vilagarcià e Trèguier? Quale sarà la prossima delirante giravolta intellettuale dell’alter ego di Pessoa? Cosa farà Shantaram-Lin bloccato tra le montagne afghane insieme ai ribelli compagni di Khaderbhai? Senza contare l’irrefrenabile desiderio di leggere Calvino, ho comprato alcuni suoi libri ma li devo ancora iniziare. Forse dovrei iniziare a prendere in considerazione gli audiolibri…
Amelia
Ho fatto la doccia due volte, ma la mia anima è ancora sporca.
Cristo, l’ho pensato davvero.
L.
Cosa pensi?
Cosa sogni?
Cosa vuoi?
Florinda
Non riesco a trovare l’ispirazione. Perché? Ho davvero bisogno di scrivere un romanzo, una raccolta di poesie, per sentirmi completa? In quanto donna ho bisogno solo di me stessa. Non di un uomo, non di un figlio. Me stessa e basta. Forse con l’aggiunta di un foglio e una penna…
Elettra
37° Giorno di quarantena
Mannaggia a me che mi agito prima di dormire e poi non dormo più. Mannaggia a me che mi agito prima di dormire e poi non dormo più. Mannaggia a me che mi agito prima di dormire e poi non dormo più. Mannaggia a me che mi agito prima di dormire e poi non dormo più. Mannaggia a me che mi agito prima di dormire e poi non dormo più. Mannaggia a me che mi agito prima di dormire e poi non dormo più. Mannaggia a me che mi agito prima di dormire e poi non dormo più…
Amelia
Da oggi metto alla prova la mia forza di volontà: niente carne per una settimana.
L.
Credo che il mio cane sia depresso.
Florinda
Mi sto solo esaurendo. Un Cesare Pavese è già esistito, e si è suicidato a 50 anni.
Smettila di essere così insistente.
Elettra
38° Giorno di quarantena
Mamma mia che bello distruggersi gli occhi stando 17 ore al computer al giorno. Che bello dover tenere aperte 34 finestre desktop durante le lezioni telematiche, una per gli appunti, una per vedere delle slides, una per il prof e le sue slides, una per internet, una per questo una per quello. Che bello dover registrare professori che parlano troppo velocemente con una connessione audio che fa schifo. Che bello perdere parti del discorso e continuare a chiedere tramite chat “Scusi, può ripetere?” fino a quando anche quel povero cristo dall’altra parte dello schermo viene colto da una crisi di nervi. Eh sì, l’Università online è il futuro. È come il futuro. È ‘na merda.
Amelia
Dopo aver litigato con mia madre al telefono, mi sono consolato con due etti di pancetta e canzoni di Calcutta.
L.
Ha riaperto la libreria di usato dietro casa mia.
Non si può entrare: ti consegnano i libri sulla porta solo se hai mascherina e guanti.
Ho comprato “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust.
Lo leggerò o sarà l’ennesimo fermaporte?
Florinda
Ancora in quarantena. Mi fumo una sigaretta anche se mi manca il fiato. Leggo delle atrocità della guerra in Bosnia. Mi si focalizzano davanti agli occhi corpi sventrati e busti monchi di braccia, di gambe. Che tristezza.
Forse la nostra situazione non è poi così male.
Oggi, per la prima volta, mi sento fortunata.
Elettra
39° Giorno di quarantena
Oggi è domenica e come tutte le pulcrae puellae faccio le lavatrici. Ne ho appena caricata una di capi bianchi. Chiudo lo sportellone, avvio il programma, torno in camera, mi siedo alla scrivania, inizio a studiare inglese, faccio un sorso di caffè, mi viene uno starnuto incontenibile, mi esce il caffè da naso e bocca rovesciandosi su computer, scrivania e pantaloni grigi puliti. Bestemmio senza bestemmiare (cit. “Mannaggia al diavolo”) mentre continuo a studiare inglese perché non ho la voglia di riparare al danno. Poi il maculato va sempre di moda, no?
Amelia
Forse non avrò figli. Se li avrò, racconterò loro di questo periodo come il paradosso di quei tempi: si visse attraverso schermi e attraverso schermi si appassì.
L.
Mi manca il cappuccino.
Florinda
Mi è venuta l’idea per un romanzo. Martoriarmi la testa è servito a qualcosa.
Mi è venuta sul cesso, mentre guardavo un vasetto di crema per le rughe col tappo aperto.
Forse sto impazzendo.
Elettra
40° Giorno di quarantena
Quando le limitazioni di circolazione nello spazio fisico saranno superate, inizierò a camminare senza più fermarmi.
Amelia
Stamattina ho fissato per un’ora e un quarto un ragno che faceva la tela in un angolo del soffitto.
L.
Con tutto questo tempo sembra di non avere tempo.
Florinda
Quello che ho scritto fa schifo, non avevo dubbi.
Elettra
41° Giorno di quarantena
Riflessione religiosa, Il mio Dio ama
Il mio Dio ama i balbuzienti
Il mio Dio ama i timidi
Il mio Dio ama coloro che arrossiscono
Il mio Dio ama i fragili
Il mio Dio non crede che l’uomo abbia bisogno di regole e imposizioni, perché
Il mio Dio crede che tutti gli uomini nel profondo sappiano cosa fare
Il mio Dio è dispiaciuto di aver creato anche il Male ma
Il mio Dio è più simile a voi più di quanto voi pensiate;
Il mio Dio ama coloro che piangono
Il mio Dio vorrebbe che ci amassimo come fratelli
Il mio Dio sa che gli uomini sanno quanto è importante per loro la Terra
Il mio Dio non ha un nome né di arte né di scienza
Il mio Dio ama sia l’arte che la scienza
Il mio Dio non distingue un essere vivente dall’altro
Il mio Dio è tanto uomo quanto animale quanto l’animale è uomo e l’uomo è animale
Il mio Dio lo chiamo così perché non saprei altrimenti come chiamarlo, ma forse non si chiama così
Il mio Dio non è solo mio
è anche il tuo.
Amelia
Devo andare ad Amsterdam prima di sentirmi troppo responsabile e maturo per farmi le canne.
L.
Ho ufficialmente una wishlist anche su Giallo Zafferano.
Florinda
Oggi ho ritrovato le innumerevoli lettere che ho scritto al mio ex, e che non gli ho mai spedito. Mi accorgo di quanto mi sia auto-pronosticata il futuro, nell’ultima lettera che gli ho scritto, datata 7 marzo di un anno fa: mi mancherai terribilmente tutti i giorni, tutte le notti, a tutte le ore e facendo qualsiasi cosa. Soffrirò quando starai con un’altra. Sarò gelosa fradicia e ti scriverò, mangiandomi le mani, perché in qualche parte del mondo io e te siamo ancora su quella spiaggia a fumarci l’ultima, a guardarci negli occhi e non desiderare altro…
Povera illusa. Davvero credevi che quello fosse amore?
Elettra
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